mercoledì 1 luglio 2015

Gn. 3,8-13 "Nascondere la presenza di Dio"


Poi udirono il rumore dei passi del Signore Dio che passeggiava nel giardino alla brezza del giorno, e l'uomo, con sua moglie, si nascose dalla presenza del Signore Dio, in mezzo agli alberi del giardino. 9Ma il Signore Dio chiamò l'uomo e gli disse: «Dove sei?». 10Rispose: «Ho udito la tua voce nel giardino: ho avuto paura, perché sono nudo, e mi sono nascosto». 11Riprese: «Chi ti ha fatto sapere che sei nudo? Hai forse mangiato dell'albero di cui ti avevo comandato di non mangiare?». 12Rispose l'uomo: «La donna che tu mi hai posto accanto mi ha dato dell'albero e io ne ho mangiato». 13Il Signore Dio disse alla donna: «Che hai fatto?». Rispose la donna: «Il serpente mi ha ingannata e io ho mangiato».

Commento esegetico

Nei vv. 8-13 viene reintrodotta la voce di Dio il quale interpreta i fatti.  Il v. 8 sottolinea immediatamente la presenza della voce di YHWH (cfr. la ripetizione dei verbi di dialogo). La voce di Dio reintroduce il dialogo che era stato interrotto dalla voce del desiderio. “Ho avuto paura": è un'espressione chiave. Nella vita dell'uomo è entrata la paura. Il desiderio di nascondersi allo sguardo di Dio sottolinea nuovamente l'aspetto della vulnerabilità dell'uomo, non solo nei rapporti con la donna, ma anche verso Dio. È il primo effetto dell'irruzione del principio dell'irrazionalità nella vita dell'uomo: bisogna difendersi ormai poiché non c'è limite alla forza di mangiare del serpente (o del serpente che è nell'uomo): ognuno si sente minacciato. L'uomo sarà ormai accompagnato perennemente da una situazione di lotta. Nelle domande che Dio fa all'uomo "Dove sei?" si nota, come avverrà più tardi con Caino, come Dio inviti l'uomo a scoprire la sua nuova situazione, a constatare direttamente il tipo di "conoscenza" a cui finalmente è giunto trasgredendo il divieto.
La colpa è passata sull’altro essere umano, ma implicitamente la colpa è data a Dio. «La donna mi ha ingannato, dice l’uomo a Dio, ma sei tu che me l’hai messa a fianco». Il giro del peccato porta a deresponsabilizzare se stesso e accusare gli altri. L’accusa della donna, sentita in precedenza come parte di se stesso, e l’accusa a Dio datore di ogni dono sono il segno evidente dell’armonia infranta. La donna a sua volta scarica la responsabilità sull’altro elemento: il serpente.
L’insistenza è sempre posta sul verbo mangiare. Dietro a questo verbo dobbiamo sempre intendere il senso del peccato. Non abbiamo assolutamente il riferimento a una azione storica precisa: cogliere un frutto qualsiasi e mangiarlo; incontriamo invece il simbolo stesso della disobbedienza.   L’origine del peccato è proprio la disobbedienza, la sfiducia. Non si tratta di un peccato concreto, materiale, identificabile, si tratta della radice di ogni peccato.
Il testo antico propriamente non parla, però, di peccato originale; non usa nemmeno la parola peccato.

Commento patristico

Procopio
l’uomo fuggì con la moglie dalla presenza del Signore Dio   Nascondersi dal volto significa venir meno dalla pura conoscenza di Dio. E per volto del Signore bisogna intendere il Figlio; essi avendo trasgredito il precetto, cessarono di essere illuminati dall’Immagine di Dio.
perché io sono nudo    Causa del suo timore dice essere la nudità provocata dall’aver perduto la virtù, abito divino; perciò Paolo ci esorta: Rivestiamoci delle armi della luce (Rm 13,12)
Ruperto

Dove sei?   E’ giusto che si dica così ad Adamo, poiché in realtà si è mosso, e non è al suo posto: il posto dell’uomo è Dio. E a ciò tendeva la bontà di Colui che lo cercava: che chi era cercato trovasse se stesso, e si rendeva conto di che cosa aveva perduto.
La donna che tu hai messo vicino a me   Mette avanti lo scudo della difesa.. e cerca di rovesciare la colpa su Dio, di avergli dato come compagna la donna.
Commento del rabbino Arbib di Milano
L’uomo prima del peccato non aveva una piena libertà di scelta perché ha una conoscenza profonda delle cose (conoscenza oggetiva) la sua conoscenza è talmente estesa che l’uomo vede in maniera assolutamente chiara da individuare subito il male e sa cosa significa fare il male. La conoscenza è così grande che il male è esterna a lui ecco perché viene tentato da un essere (il serpente) esterno a lui. Ecco perché il bene è una forza straordinariamente più grande del male poiché sta dentro la sua coscienza.
Dopo il peccato il male non è più esterno ma interno all’uomo: “mangiarono del frutto”. Quindi adesso sono io che faccio il male, fa parte di me. Il bene e il male  sono un tutt’uno ecco perché non riusciamo più a distinguere il bene dal male.
Olam in ebraico mondo ha la stessa radice di nascosto, Dio crea il mondo nascondendosi, ritirandosi (teoria del tzim tzum)
Il serpente dice all’uomo di diventare come Dio creatore di  mondi, il serpente invita l’uomo a creare il buio cioè a continuare a nascondere la presenza di Dio-Luce per far emergere se stesso come luce creativa.

Commento spirituale
Adesso i due sono incapaci di accogliersi l’un l’altro e accogliere la presenza di Dio che passeggiava con loro e allora fuggono in mezzo agli alberi, cioè vanno a vivere in mezzo agli altri esseri viventi secondo le loro abitudini e costumi. I due non sanno più collocarsi nella posizione in cui Dio li aveva posti (l’Eden) e non sanno più relazionarsi con Dio. Adamo risponde accusando la donna e con lei Dio stesso, si sottrae alla responsabilità e così fa anche Eva incolpando il serpente. L’uomo e la donna si trovano divisi, sono giunti al culmine dell’esperienza del peccato e si trovano già fuori dalla comunione con Dio. Le conseguenze del peccato saranno il dolore e l’istinto per la donna e il lavoro e il dominio per l’uomo.

Commento decriptato

L'uomo, con sua moglie, si nascose dalla presenza del Signore Dio
nel verbo nascondere formato dalle lettere chet bet e alef  possiamo leggere una chiusura  dentro all’Unico. L’uomo e la donna voglio pongono una barriera alla presenza di Dio. Dio Elohim comincia a diventare nascosto, poiché è l’uomo stesso che non lo manifesta perché ritorna nella sua fase di animalità, si nasconde tra gli alberi del giardino a imitazione del serpente.
Sulla decriptazione di  Dove sei?
(alef ) Dio  yod caf he  (il verbo è battere con forza, o introdursi con forza)  nel senso che Dio andrà sempre a bussare con forza al cuore di ogni uomo, perché è un Dio geloso.
(alef) Dio sarà (yod) oscurato, diventare scuro (caf he) in riferimento all’assenza del volto di Dio per Adamo dopo il peccato.
possiamo leggere anche l’Unigenito è (yod) colui che prende per mano(caf) Adamo per farlo uscire (he) dalla sua situazione di peccato oppure come se Dio dicesse alla coppia "Inizo alef dalla esistenza yod retta caf  che esce (he).







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