venerdì 14 marzo 2014

Gli angeli

Gli angeli: principi corporei

L’espressione “principio corporeo” utilizzato da Antonio Rosmini, per definire l'angelo non va ovviamente intesa nel senso di “ciò che possiede un corpo” (in questo senso gli angeli sono ovviamente incorporei), ma di “ciò che ha relazione con il corpo”, ponendolo, ordinandolo, conservandolo. Gli angeli sono da Rosmini chiamati “principi corporei” appunto secondo questo secondo significato. Dice egli: “Conservando noi dunque la determinazione di principio corporeo a quello che pone i corpi, chiameremo l’altro in generale principio di moto”. Il “principio corporeo” è dunque l’ente invisibile che pone il corpo in essere, non – ovviamente – nel senso di crearlo, ma di animarlo e formarlo; il “principio del moto” invece è quell’ente invisibile che muove il corpo facendolo passare dalla quiete al moto. E infatti il “principio corporeo” viene descritto da egli come una forza immateriale e intelligibile, ordinata a formare un corpo.
La materia, e quindi i corpi, derivano allora per Rosmini da un’azione esercitata dai “principi corporei” sui “principi sensitivi”. Inoltre il “principio corporeo” dev’essere anche spirituale, ossia intelligente. Infatti non vi è ordine se non dove vi è una intelligenza. Ebbene, nell’originaria formazione degli atomi così come nella composizione dei corpi e in tutti i fenomeni della natura, si osserva un ordine davvero mirabile. Allora la causa, cioè l’attiva forza aggregante e strutturante da cui tutte queste cose vengono ordinate e messe in relazione tra di loro, è per l’appunto il principio intelligente. E questo non avviene solo per le realtà corporee a noi estranee, ma anche per il nostro stesso corpo, che è – come tutta la materia – “termine proprio del principio corporeo”. Non sembra a Rosmini ragionevole “scomodare” – per così dire – la causa prima dell’essere, cioè Dio stesso, perché intervenga direttamente “in prima persona” in tutte queste complesse operazioni. Piuttosto appare conveniente, secondo il modo concreto e proprio dell’agire divino, servirsi delle cause seconde, che sono per l’appunto quei “principi corporei” intelligenti, immateriali e sovrasensibili in virtù dei quali si compone e si attua l’ordine dei corpi materiali e il loro incessante movimento. Sono dunque gli angeli, identificati da egli in tali

I profeti e i sacerdoti presentati come angeli: “messaggeri di Dio”

Il messaggero di Dio è qualcuno inviato dal Signore per comunicare un suo messaggio: in questo senso sono 120 le ricorrenze di mal’ak e predomina nettamente l’uso al singolare (i casi di plurale sono solo 15). Rientrano in questa categoria anzitutto i profeti (cf. Is 44,26; Ag 1,13; 2Cr 36,15-16) e poi anche i sacerdoti (cf. Ml 2,6; Qo 5,5).  Tra questi casi ci sono delle ricorrenze in cui delle persone fisiche vengono chiamate messaggeri di Dio, quindi suoi angeli: uomini concreti come i profeti e i sacerdoti. Proviamo a fare una verifica, una ricerca in questo ambito. Ad esempio dal profeta Ag 1,12 : “Zorobabele, figlio di Sealtièl, e Giosuè, figlio di Iosadàk, sommo sacerdote, e tutto il resto del popolo ascoltarono la parola del Signore, loro Dio, e le parole del profeta Aggeo, secondo la volontà del Signore che lo aveva loro inviato, e il popolo ebbe timore del Signore”.Qui la tradizione ha reso con messaggero, ma c’è la stessa identica parola, mal’ak, ánghelos, quindi se non traducessi diventerebbe: Aggeo, angelo del Signore, rivolto al popolo disse per incarico del Signore. il profeta Aggeo, concretamente, è colui che porta un messaggio per incarico del Signore e quindi viene chiamato angelo, angelo del Signore. La stessa cosa avviene per i sacerdoti; ad esempio nel Libro di Malachia abbiamo un analogo riferimento alla figura sacerdotale:
Un insegnamento veritiero era sulla sua bocca
né c’era falsità sulle sue labbra;
con pace e rettitudine ha camminato davanti a me
e ha fatto allontanare molti dal male.
7Infatti le labbra del sacerdote
devono custodire la scienza
e dalla sua bocca si ricerca insegnamento,
perché egli è messaggero del Signore degli eserciti (Ml 2,6).
Malachia è un profeta sacerdotale dell’ultimo periodo, sta correggendo gli abusi della classe sacerdotale e quindi vuole presentare la corretta impostazione del sacerdozio: il sacerdote è messaggero del Signore, angelo del Signore.



giovedì 13 marzo 2014

Genesi 1,3-5

Commento esegetico

Dio disse: Sia la luce e la luce fu. Dio vide che la luce era cosa buona e separò la luce dalle tenebre e chiamo la luce giorno e le tenebre notte. E fu sera e fu mattina: un giorno

Dio disse
Contando il numero delle volte in cui ricorre questa formula nel capitolo iniziale, ci si accorge che ritorna 10 volte. Casuale? Probabilmente no! L’autore è troppo attento e preciso a questi particolari per aver trascurato un elemento così decisivo come il numero di volte in cui Dio parla. Dunque, per creare il mondo Dio parla 10 volte, dice cioè 10 parole. Ma 10 parole sono il Decalogo. Volutamente il compositore ha creato un significativo collegamento fra la creazione e il dono della Legge, l’inizio del mondo e l’inizio del popolo. Solo al Sinai Dio si rivelerà pienamente a Israele, ma in principio l’intervento di Dio era già rivelazione.

Sia la luce e la luce fu. Dio vide che la luce era cosa buona
Nel senso letterale, Dio vide che la luce era cosa buona, così decretò che non si mischiasse più con la tenebre, ma funzionasse indipendentemente durante il giorno (Rashì). Ramban sostiene che il termine vide che era cosa buona significa che Dio espresse la sua approvazione e decretò la stabilità del fenomeno in discussione, in questo caso la luce che non richiedeva ulteriori perfezionamenti. Per tutta la narrazione la formula che era cosa buona indica che l'elemento in discussione è stato completato. Così, per esempio, la luce è descritta come buona in quanto la sua esistenza e la sua funzione sono divenute definitive.

e separò la luce dalle tenebre e chiamò la luce giorno e le tenebre notte
Secondo il Midrash, la luce originale era di una intensa qualità spirituale e Dio vide che i cattivi non erano meritevoli di goderne. Di conseguenza la separò dal resto dell'universo e la mise da parte perchè ne fruissero i giusti nel Mondo a Venire (Rashì). Il verbo separare tanto caro all’autore sacerdotale su cui costruisce tutto il suo racconto evidenzia  il procedimento di distinzione e differenziazione. La luce è la prima realtà creata, fondamento di tutto il mondo visibile. Con essa prenderà origine il tempo attraverso l’alternanza del giorno e della notte. La separazione della luce dalle tenebre che richiama l’idea dell’elezione divina nei riguardi del popolo santo, denota la vocazione celeste della realtà creata (ordine) sulle tenebre(disordine) che oscurano il progetto divino. Dopo l’intervento separatore, Dio dà il nome alle realtà create, ma non a tutte. Dà il nome al giorno e alla notte, al firmamento del cielo e poi alla terra e al mare: cioè gli elementi essenziali. Il resto è lasciato all’uomo, giacché «dare il nome» è un segno di dominio, di superiorità e di conoscenza.

e fu sera e fu mattino.
Il primo giorno è ora completo. Il Testo usa il numero cardinale echad, giorno uno, invece del numero ordinale rishonprimo giorno, per indicare che in quel giorno Dio era Uno (in quanto la frase può essere resa il giorno dell'Uno)

Commento patristico

Procopio 

Dio disse  Dopo il cielo e la terra avendo creato anche gli angeli, Dio vuole insegnare loro che ne è il Creatore, perché non credano di essersi fatti da sé. Per questo creando ogni cosa con la sua Parola, d’ora in poi la mostra a loro… cosicché, vedendo il prodursi delle cose da allora create, chiaramente comprendano che chi le fa e anche il loro proprio Creatore, che col suo volere li ha posti in essere come anche ora ogni opera segue alla sua voce. Che sia accaduto così lo mostra anche Dio stesso, dicendo al beato Giobbe: Quando facevo gli astri,inneggiavano a me tutti i miei angeli (Gb 38,7). La luce fu  La prima parola che Dio disse ha riempito di luce l’universo (S.Basilio). Cosa buona  Ad ogni parola di Dio, si accompagno la lode delle cose create. Come Dio aveva preannunciato la parola creatrice per istruire le Potenze inttellegibili, così anche per mostrare loro che il Creatore non è altro dal Giudice, …alla creazione fece seguire il Giudizio.
Siriaci
Sia la luce  All’inizio di ciò che fu, erano state create le assemblee dei celesti, per istruirle Dio fece udire la sua voce: “la luce illumini tutto!” Così gridò il Creatore, e riunì i celesti perché udissero la meraviglia.
Vide che era cosa buona  E disse ciò per istruire gli esseri celesti.

Ruperto

Sia la luce Padri di altissima fama interpretano il termine luce come significante la natura angelica: non solo in quanto dotata di intelligibilità ma anche in quanto risplende della grazia delle vera Luce.
Vide che la luce era buona  Non possiamo intendere se non quella luce che è capace della divina bontà: la luce razionale della creatura angelica.
E divise la luce dalle tenebre Allude al tremendo giudizio di Dio che si compì sul diavolo. Poiché che cosa sono queste tenebre, se non tutti gli angeli di Satana con il loro stesso principe? Queste tenebre e questa luce Dio le divise: separando gli angeli cattivi da quelli buoni. Le divise con separazione immutabile, cosicché né  i cattivi che erano caduti potessero rialzarsi,né i buoni…potessero cadere peccando. Così nel Verbo di Dio i cieli furono confermati, e con lo Spirito della sua bocca tutta la loro potenza (Sal 32,6)  e così il Creatore se ne avvolse come di veste (cfr Sal 103,2).
Apocrifi

Vita di Adamo ed Eva E’ per causa tua che sono stato gettato sulla terra. Nel giorno in cui fosti creato…e il tuo volto e la tua figura furono fatti a immagine di Dio, l’arcangelo Michele… andò a chiamare tutti gli angeli e disse: adorate l’immagine del Signore Dio, come ha comandato il Signore. Ma io ribattei: no, io non ho motivo di adorare Adamo…Non adorerò uno inferiore a me, perché vengo prima di ogni creatura e prima ch’egli fosse creato io ero già stato creato: è lui che deve adorare me, e non viceversa. Udendo queste cose gli altri angeli del mio seguito si rifiutarono di adorare…E il Signore Dio si adirò con me e mi fece espellere dal cielo, privandomi della gloria, insieme con i miei angeli. E così per causa tua fummo gettati sulla terra.”
San Bernardino
“Dio creò tutta la natura angelica, nella quale c’erano: angeli, arcangeli…cherubini e serafini…Sopra tutti costoro pose Lucifero, più bello, più nobile, a conoscenza dei segreti di Dio, come nessun altro creato da Dio. A lui, Lucifero, e a tutti gli altri angeli fu dato spazio e libertà: o esseri soggetti a Dio o ribelli a Dio”.

e chiamo la luce giorno e le tenebre notte. E fu sera e fu mattina: un giorno
Ruperto
La luce  E’ la bellezza degli angeli buoni. Chiamandoli “giorno”, Dio li stabilisce nella felicità e li conferma nella grazia e nell’onore cosicché la luce, una volta chiamata da Dio con il nome di giorno, non possa più trasformarsi in tenebre.
Le tenebre  E’ la bruttezza degli spiriti cattivi. E’ il fatto che siano chiamati “notte” significa la condanna delle tenebre, proferita una volta per tutte, in modo fermo e stabile, dalla bocca stessa dell’immutabile Dio.
Un giorno  Non giorno primo, ma un giorno: poiché è il Verbo il giorno primo, anzi il
San Bernardino
Quelli angeli che si schierarono con Dio furono confermati in grazia, mentre gli altri che si ribellarono a Dio furono confermati nella colpa. 

Commento spirituale

Dio disse: Sia la luce e la luce fu  Dio comunicava la sua Sapienza alle creature angeliche. Gli angeli crescevano nella conoscenza di Dio fino alla grande rivelazione del Verbo Sapienza del Padre che consisteva nella generazione dell’universo umano al quale dovevano collaborare per conformarsi al Verbo.
Dio genera la sua prima “angela” nella sua sostanza (al femminile perché è chiamata ad essere Sposa di Dio aderendo al progetto del Padre e quindi Madre di una nuova angela sempre più a immagine del Verbo). Così vennero generati i cieli, questi miriadi di angeli che crescevano in luminosità, in Sapienza fino a giungere a colei che doveva completare l’universo angelico per essere in sommo grado l’angela più simile a Dio. In virtù della gerarchia celeste ogni angela doveva essere superiore alla precedente secondo lo stile evangelico “I primi saranno gli ultimi e gli ultimi i primi”. L’ultima angela ad essere generata fu Lucifera.
E la luce fu.  Agli angeli viene rivelato la prossima manifestazione del Verbo, la generazione di un nuovo universo quello umano che doveva essere superiore al primo.
Dio vide che la luce era buona  Dio esultò perché molti angeli accolsero questo progetto di personificazione nel Verbo, ma non tutti aderirono…
E separò la luce dalle tenebre  Allora Lucifera la più luminosa di tutte, decise di non generare un nuovo personificando, assumendo così la paternità che spettava a Dio.   Lucifero si ribellò a questo progetto perché voleva essere lui il capo dell’universo angelico, ed essendo colui che aveva maggiormente ricevuto da Dio molta luce intelligibile e sapienza voleva guidare l’esercito celeste. Inoltre non accettava l’idea che venisse superato nel corso della successiva manifestazione del Verbo, allora convinse altri angeli a non collaborare a questo progetto. Un terzo degli angeli (cfr Ap 12,4) con a capo Lucifero si ribellarono e formarono un loro regno in cui si viveva per se stessi e non per Dio. Però la maggior parte degli angeli con a capo l’arcangelo Michele furono fedeli a Dio e proclamarono la regalità di Dio e del suo Figlio in tutto l’universo angelico…(cfr Ap 12,7-9) e fecero precipitare Lucifero e i suoi angeli nell’abisso infernale.
E chiamò la luce giorno e le tenebre notte Gli angeli buoni furono stabiliti nella Luce e nella Sapienza del Verbo per servire il progetto d’amore di Dio, mentre gli angeli ribelli rimasero nel loro peccato e si stabilirono nel regno delle tenebre.
E fu sera e fu mattina: un giorno Venne la sera, ciò significa che si consumò il primo peccato di Lucifero e dei suoi angeli, ma “fu mattina”, vale a dire che Dio continuò il suo progetto d’amore attraverso gli angeli buoni nel corso del suo “giorno” eterno.

Commento decriptato[1]

E’ evidente il parallelo col 1° versetto del Vangelo di Giovanni: “Dio è luce e in lui non ci sono tenebre”; e “chiamò la luce giorno.” (Gen. 1,5a).  E’ il giorno del Signore, il 1° giorno della Sua presenza, dell'annuncio che Lui c’è e se l’uomo accoglie la verità che Dio è la luce del mondo, esiste, è Domenica.
Le tenebre, ח ש ך HSK, lette con i segni si aprono, in senso fisico - “chiudere ח il sole ש con la mano a coppa ך“, (cioè mettere le mani davanti agli occhi per non vedere il sole) e in senso etico - “chiudere ח la luce ש della rettitudine .“ך. Le tenebre le definisce notte ל י ל ה (laila), massima negatività opposta alla luce con due ל, che s’innalza sulle altre lettere, simbolo del nemico del popolo ebraico.
Con i segni di ל י ל ה si ha: ”il serpente ל è י il potente ל del mondo הe l’autore del Genesi afferma così la sua verità che Dio esiste e chi si fa potente come Lui, il Faraone è tenebre e notte. Se è luce il considerare che Dio c’è, le tenebre sono la sua negazione, cioè uno, il nemico che si fa dio e non lo è, s’oppone alla verità ed è radice del male. In sintesi questo 1°giorno è quello del concepimento dell’uomo nuovo:
- luce א ו ר ”Per la prima volta א si porta ו nel corpo ר o L’Unigenito si porta nel corpo in riferimento a Cristo luce del mondo principio di ogni essere vivente.
- giorno י ו ם in cui ”Iahveh י porta ו la vita ;ם
- buono ט ו ב tob ”nell’utero ט la porta ו dentro בe ”amore ט porta ו dentro .”ב
Nell’uomo è creato l’amore e inizia un cammino per imparare ad amare.
Ciò che s’oppone al concepimento è tenebra ח ש ך HSK, è chiudere ח i genitali ש ך

separò 
Il separare allude anche al "liberare" una cosa da un'altra cosa a cui era legata. Per liberare l'ebraico, infatti, usa anche il radicale   onde "separare" BDL lo posso anche intuire come "da dentro B  libera DL Libera da chi?

Gesù Cristo è la spada che separa recide dal serpente, infatti   si può leggere "dentro B sbarra D  l'esistenza  I al serpente  L" o anche "da solo BD starà  il serpente L  "o dentro B distaccato, debole, povero DL.

E fu sera e fu mattina: giorno primo
In quella sera ע ר ב vi entra il maligno o anche “nemico ע ר dentro ב; si consuma il peccato degli angeli poiché c’è la separazione della luce (angeli buoni) che hanno aderito al progetto di Dio, il mattino ב ק ר in casa ב si riversano ק i corpi ר”, e quindi sono entrati nel giorno י ו ם  sono portati nella vita e gli angeli ribelli sono entrati nella notte ל י ל ה del mondo il serpente è il potente. 
Potremmo decriptare dalla casa (intesa come casa di Dio) si riversa lo Spirito come corpo come materia (nel senso che lo Spirito effondendosi crea una nuova cosa: la materia primordiale). Quella materia-corpo che purificata dal male entrerà in quel giorno unico ed eterno. Quel primo giorno che ci riporta alla resurrezione: sarà portato in vita י ו ם  quell’Unigenito chiuso ח א con le sbarre ד nel sepolcro.  
Decriptando, ancora unico:  ehad  L’unigenito א nascosto ח nella mano di Dioד o il fratello ח א aiutaד.  Il Figlio di Dio si sta manifestando nella luce del mondo angelico, infatti l’angelo è il fratello dell’uomo che viene in suo aiuto per formarlo all’immagine divina.