mercoledì 12 febbraio 2014

Genesi 1,1

Commento esegetico

In principio Dio creò: Andrebbe tradotto in questo modo: In principio del creare di Dio. La parola bereshit può essere resa bisavi  reshit e cioè: il mondo fu creato a beneficio delle cose che sono chiamate l'inizio a significare che Dio portò il mondo in essere a beneficio di quelle cose che sono di tale basilare importanza che la Torà le chiama reshit, prime o iniziali. Tali cose sono la Torà ed Israele; per questo la ragione della Creazione è che Israele accetti e metta in pratica la Torà (Rashì). Il Midrash aggiunge altre cose chiamate reshit, come ad esempio i comandamenti riguardanti il primogenito, le primizie dei campi ed i doni ai sacerdoti che debbono essere prelevati dai raccolti e dagli impasti prima che siano consumati. Questo implica che lo scopo della Creazione sia di consentire agli ebrei di dedicare i loro primi sforzi e successi al servizio di Dio.

Dio: L'uso della parola "Elohim" sta comunque ad indicare gli "dèi dei popoli mesopotamici", di cui quello ebraico è parte integrante: un dio per ciascun popolo. Vi è anche chi sostiene che, pur essendo grammaticalmente plurale, Elohim, nella Genesi (5,22; 6, 9-11; 17,18), non è che un "plurale di eccellenza" o un "plurale astratto", che esprime in sommo grado il concetto di divinità e, insieme, l’infinita molteplicità degli attributi che essa assomma in sé, contenendoli nella loro espressione assoluta, più elevata e pura.

Creò: Con il verbo creare che ha per soggetto Dio, l’autore ha voluto esprimere che il primo interesse di Dio, creato il mondo, è formare una nuova generazione, quella del popolo dei figli di Dio. Il verbo “creare” (ebraico ברא, barà) non ha il senso filosofico moderno di “trarre dal nulla”. Il verbo è riservato ad una azione divina, impossibile per l’uomo, come la comparsa delle cose più importanti quali i cieli e la terra.
Dunque rappresenta uno stadio già avanzato della riflessione di Israele che arriva a distinguere la creazione, opera esclusiva di Dio, da altri generi di opere espressi di solito con il più generico ‘asah "fare". È interessante notare che nel II Isaia è usato per parlare di creazione o di salvezza (cfr. Is 40,26.28; 41,20; 42,5; 43,1.7.15 ecc.). Ciò induce a pensare che la salvezza di Israele viene concepita come nuova creazione, sottrazione al caos che opprime il popolo. Include inoltre il senso della novità: quando ci si trova di fronte a qualcosa di nuovo, imprevisto, incredibile (cfr. Ger 31, 22; Ez 34,10 ecc.).
Essere creati non è avere avuto origine, ma dipendere totalmente. Un’altra ambiguità legata al concetto di creazione deriva dal legame con l’origine. Si pensa spesso che creare voglia dire dare origine alla realtà e quindi che essere creati significhi avere avuto un inizio. In realtà il senso proprio del termine è un altro. Creare significa costituire e alimentare continuamente un essere nella sua esistenza e nella sua azione. Essere creato conseguentemente significa dipendere totalmente nel proprio essere e nel proprio operare.

i cieli e la terra: Con questa espressione il redattore sacerdotale indica la volta celeste formata dalle acque (di sopra e le acque di sotto). Ciò indica il mondo della vita creaturale uscita dalle mani di Dio. Di per sé quindi è possibile pensare ad un universo da sempre esistente. Se Dio infatti è eterno, nulla vieta che egli possa sempre creare. In senso proprio la creazione non è l’origine delle cose, (che potrebbero anche essere sempre esistite in una certa modalità) ma il loro divenire: l’attività creatrice fonda e alimenta tutto il processo. Già san Tommaso affermava che di per sé uno potrebbe sostenere, pur affermando la fede in Dio creatore, che le creature sono da sempre. Infatti, se Dio è creatore da sempre, perché la creazione non può essere da sempre?

Commento patristico

ORIGENE

Cos’è il principio di tutte le cose, se non il Signore nostro e salvatore di tutti, il Cristo Gesù primogenito di ogni creatura (Col1,15)? In questo “principio”, vale a dire nel suo Verbo, Dio fece il cielo e la terra, come dice anche Giovanni all’inizio del suo Vangelo: In principio era il Verbo, e…tutte le cose sono state fatte per mezzo di lui.

PROCOPIO

Principio potrebbe significare il tempo: poiché da quel punto Dio cominciò a creare

BEDA
La Scrittura mostra fin dalla prima pagina l’eternità e l’onnipotenza di Dio creatore: il mondo creato al principio dei tempi indica che Dio esisteva eternamente prima dei tempi.

BASILIO
In principio significa che prima di quell’inizio temporale l’artefice di tutte le cose aveva compiuto delle creazioni: nature razionali e invisibili, e ogni ordine delle creature spirituali, che trascendono la nostra intelligenza.

RUPERTO
Nel principio indica il Figlio per mezzo del quale Dio creò il cielo e la terra, vale a dire la realtà visibile e invisibile. Con cielo s’indica la patria invisibile dei santi angeli; con terra questo mondo soprattutto il genere umano.

Commento spirituale

Nell’eternità  Dio genera i cieli: gli angeli, primi personificandi della manifestazione del Padre. Insieme ai cieli, Dio genera la terra, manifestazione della sapienza del Figlio. Questi personificandi sono gli uomini, generati ad immagine del Figlio Unigenito. Così Dio generò un universo angelico e un universo umano chiamati alla santificazione e divinizzazione nello Spirito Santo, costituendo un unico universo dei santi o divino, la Gerusalemme celeste in cui ci saranno cieli nuovi e terra nuova (l’universo voluto da Dio per l’eternità). Dio manifesta se stesso come Padre e Madre (la mascolinità e la femminilità spirituale). Il modello di ogni personificando è la verginità dell’Unigenito Figlio di Dio, Sostanza pura del Padre. Il personificando scegliendo di aderire a Dio come Padre, sceglie la verginità del Figlio e si riconosce figlia di Dio. Il personificando accettando di essere figlia del Padre, ha la possibilità di partecipare alle nozze con lo Sposo(Verbo di Dio), diventando Sposa e Madre di un futuro personificando.
Riconoscere e accettare la verginità del Figlio significa accogliere la volontà di Dio, assumendo la femminilità spirituale e diventando Sposa di Dio e Madre di un futuro personificando.






 


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