giovedì 16 gennaio 2014

La caduta primordiale nella creazione

Il mondo creato non contiene nessun male[1], poiché la base del mondo creaturale è il nulla relativo, nella sua potenzialità di essere. Il mondo prima della caduta era quella Terra metafisica su cui poteva crescere l’Eden. La Terra era corporeità spirituale in divenire, era nello stato iniziale di spiritualizzazione, di diventare terra buona che accoglie lo Spirito del Dio Vivente. La sua chiamata era dal nulla all’essere vivente, ma questa base oscura del mondo conteneva in sé la possibilità di attualizzarsi, cioè la possibilità del male. Era sufficiente che il nulla uscisse dal suo stato potenziale per essere forza che produce il caos. Da qui il carattere attuale di questo mondo che giace nel male (1Gv 5,19). L’attualità del nulla è stato provocato dalla libertà creaturale che pone nel mondo il principio di un essere molteplice e caotico. Tutte gi esseri viventi sperimentano la tentazione del suicidio metafisico, l’aspirazione ad uscire dal “cerchio infuocato dell’essere”. Tuttavia, questa tentazione in nessuno e mai può giungere al termine, poiché il fiat creatore che riposa in ogni creatura non può essere distrutto. La creatura è incapace di dire a se stessa: muori! poiché nel momento in cui si decide per il nulla, essa si realizza come potenzialità di essere. La morte metafisica, il morire infinito lo può volere solo Dio, ma non lo fa poiché Egli ha deciso di non annullare niente di ciò che esiste. Noi abbiamo nell’eternità le radici del nostro essere e non abbiamo la forza di strapparle. Colui che ha tentato di farlo è rimasto prigioniero del proprio nulla, creando un opposizione alla vita infinita, il fluire del non essere inondò tutto ciò che esiste, l’elemento caotico del nulla circondò ogni creatura con il freddo glaciale della solitudine, la tuttunità universale divenne molteplicità individuale. Nasce il nostro piccolo io ritenendo che il mondo sia il suo trono.
Questo peccato originario si è prodotto nella creazione, in quella “terra” non ancora materia, che avrebbe generato le idee-forme (i semi sofianici) di ogni essere vivente. Il mondo angelico contiene in sé la totalità delle idee creatrici del mondo nel suo aspetto personale. Negli angeli abbiamo il principio della creazione, gli esecutori del Verbo creatore, il fondamento sofianico nel cielo del nostro essere terra, il mondo terrestre è tracciato nei cieli prima della sua creazione. Non c’è niente di esistente che non sia nel mondo angelico.
Gli angeli del Verbo, sono le idee e le forme di ciò che esiste nell’universo. La potenza della realtà che dà l’essere alle forme-idee, coloro che rivestendo di bellezza e splendore ogni essere vivente sono chiamati angeli dello Spirito Santo. I primi manifestano la verità, il logos di ciò che è creato (principio maschile) i secondi la loro bellezza corporea (principio femminile).
Prima di cadere, Lucifero era il più alto cherubino[2] (cfr. Is 14,12-15) assegnato alla creazione terrestre, la sua libertà meonale doveva raggiungere la libertà divina della kenosi, del sacrificio d’amore. In questo cherubino ciò non è avvenuto, perché ha preferito l’amore di sé a quello di Dio, ma questo amore egoista non è possibile per l’essere angelico poiché l’amore per Dio e l’amore reciproco degli angeli costituiscono il modo del loro essere. Quindi si è prodotto un suicidio ontologico, rimanere nella condizione del non-essere che comunque costituisce una possibilità della libertà creaturale. Questa libertà meonale è determinata dall’interno già nell’atto stesso della creazione, essa viene data. Questo dato-di-fatto deve essere assunto come un dono di Dio, ma può essere rapito, quale fosse sua proprietà. Questo decadimento è un opposizione alla legge della propria vita che è amore, ma poiché l’amore è libero, può spegnersi e concentrarsi solo su di sé, vedere soltanto se stessi. Attribuire ciò che proprio a se stesso è una rapina che si manifesta in un continuo tormento di invidia e di odio[3] verso la propria sorgente.
La caduta di questo cherubino rimane un fato isolato che non si estende al tutto il mondo angelico come invece avviene per il primo Adamo che si estende a tutto il genere umano. Nel mondo degli angeli si verificò una divisione tra gli angeli che seguirono l’esempio di Satana e gli altri angeli che si stabilirono nel bene, indirizzati nel processo di divinizzazione. Dopo la caduta, gli angeli ribelli non sono più in grado di vivere della natura divina e unirsi al coro angelico. La loro esistenza è simile ad una morte spirituale, nonostante la loro immortalità. Tutte le loro capacità intellettive e volitive sono diventate prive di sostanza divina. Questo vuoto è riempito dal parassitismo: il male si nutre del bene, l’odio dell’amore per mezzo di un combattimento con essi. Satana, attraverso la possessione, si forma un suo regno con le sue legioni, egli da angelo custode del creato diventa principe di questo mondo rubandolo all’uomo, regnando in modo parassitario fino a quando non sarà gettato fuori (Gv 12,31). Invece del servizio angelico, che non modifica la natura si ha l’aspirazione dei diavoli a condividere la vita carnale, facendosi portatori spirituali di concupiscenze (cfr. Gn 6,2)
Questo rinchiudersi nel proprio egoismo ha generato una caduta[4] dall’alto verso il basso, nella stessa creazione. Il principio celeste dei semi sofianici di questi angeli non si sono sviluppati in un corpo spirituale, ma sono caduti nella materia caotica, la forza centrifuga di questi spiriti ha prodotto una vasta espansione verso lo spazio (universo attuale). La manifestazione corporea dello Spirito di Dio è ostacolato dal freddo individualismo di questi esseri che non si lasciano bruciare dall’amore divino. La materia-madre a causa della morte spirituale, non genera più il corpo spirituale, ma manifesta la pesantezza della carne. Infatti la materia nello stato attuale  non è altro che un agglomerato chiuso in se stesso che grazie allo Spirito di Dio si organizza e si apre al processo di vita infinita, attraverso un procedimento di purificazione dall’egoismo al bene. La terra divenuta materia nel suo circolo chiuso di vita e di morte, non perde la sua pienezza sofianica, ma questa è segnata dalla presenza del nulla, dalla pesantezza, dall’inerzia e dall’impenetrabilità. La materia non è la sostanza del corpo, ma solo una sua qualità, una forza che rende i corpi carne, che riveste di tuniche di pelle la bellezza spirituale. La materialità paralizza la forza della vita, tutto ciò che vive ritorna alla terra, si arresta come un seme aspettando la sua resurrezione, la morte delle creature costituisce il loro ritorno alla terra, ma senza annientarsi, poiché tutta la creazione attende la sua redenzione (Rm 8,19-21), attraverso il Figlio dell’Uomo che per primo ha mantenuto desta la vita nel grembo della terra, per generare il frutto della resurrezione nel passaggio alla vita eterna.









[1] L’opinione dominante degli scrittori ecclesiastici della Chiesa orientale e occidentale sulla naturale del male si riduce al fatto che esso viene considerato come un non-ente, esso è la negazione o il venir meno del bene. Nella materia il male esiste solo per l’insufficienza del bene. Anche i demoni non sono malvagi, poiché non possono annientare l’essere e la loro cattiveria consiste nel non partecipare ai doni divini. Il male non può mai essere permanente proprio per il suo carattere  potenziale di negazione o privazione del bene, cioè dell’essere. Il male esiste solo in funzione del bene, quindi con l’annientamento del bene-essere sarebbe annientato anche il male stesso.
[2] I cherubini risiedono oltre il trono di Dio; sono i guardiani della luce e delle stelle. Si crede che, anche se sono stati rimossi dal piano reale e materiale degli uomini, la luce divina che essi filtrano giù dal cielo possa ancora toccare le vite umane.Hanno quattro ali e quattro facce, ovvero una umana, una di bue, una di leone ed infine una di aquila. I Cherubini sono considerati angeli dediti alla protezione. Essi stanno a guardia dell'Eden e del trono di Dio. Il loro grado tra gli angeli non è certo, ma vengono comunque posti nella prima sfera. I cherubini hanno una perfetta conoscenza di Dio, superata soltanto dall'amore di Dio dei serafini.

[3] L’odio è l’energia negativa dell’amore, la cattiveria satanica è il volto tenebroso dell’amore inestinguibile.
[4] Secondo Origene, la creazione del mondo coincide con la sua caduta in greco katabolè, che significa gettare giù dall’alto. Il primo essere spirituale ad essere racchiuso nella materia fu il diavolo.

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