mercoledì 4 dicembre 2013

La libertà creaturale

La libertà della creatura poggia sulla “nulla” come sua base, la potenza di Dio si è limitata dando spazio alla libertà creaturale. Per quanto grande sia la libertà concessa alla creatura, essa non si esercita che per disporre del dono divino dell’essere e non per creare se stessa. L’io creaturale non è assoluto, la sua stessa libertà è non libera, è racchiusa e imprigionata nel limite. Solo la Persona divina è libera e assoluta, ma questa libertà è inseparabile dalla necessità di amare. Nello Spirito Assoluto, libertà e necessità (natura) coincidono esattamente in quel principio dell’Essere divino che è l’Amore. Infatti, nella rivelazione si dice che Dio è amore (1Gv 4,8 ), di conseguenza Dio è al di sopra della libertà, in quanto solo all’amore appartiene la pienezza assoluta.
La libertà nella creatura è sempre relativa al principio personale. Al di fuori della libertà, la persona non esiste affatto. La persona è il principio vivente e la libertà è una funzione della vita. Se si parla di libertà, bisogna innanzitutto vederla nella Persona divina. Ogni creatura è chiamata a crescere e svilupparsi per attuare nella somiglianza, l’immagine divina che in essa è stata posta come un sigillo. Dio ha inserito nella creazione il dato di fatto (immagine) quale dato da compiere (somiglianza). La creatura sarà simile a Dio se non supererà  il limite di affermare se stessa, se permetterà a Dio di far risplendere la sua immagine in quanto principio di vera libertà. La creatura chiamata liberamente all’esistenza da Dio, dovrà rispondere affermativamente al suo essere creato. L’Io della creatura (umana e angelica) può porsi nel mondo solo da se stesso, è perciò nella creazione dell’ Io personale, il comando di Dio: “Sia” è rivolto in forma interrogativa all’Io che, sebbene creato, pone se stesso. In questa possibilità della creatura di porre se stessa è contenuta l’immagine di Dio che sarà attuata pienamente nella somiglianza divina quando lo spirito creato vivrà non per se stesso ma per amore di Colui che è il suo principio creatore.
In questa condizione di riconoscere o non riconoscere di essere creatura è presente la possibilità di deviare verso la divinizzazione di se stesso. Finchè l’uomo vede in Dio il proprio prototipo, ha coscienza di non essere principio del proprio essere ma solo una goccia in cui si riflette il Sole divino. In questo riconoscimento di essere immagine di un Altro, nasce anche l’amore verso questo Modello che è il Figlio Unigenito di Dio. Allora, la creatura raggiungerà la sua personificazione nella libertà accogliente e offerente del Figlio, attraverso l’atto della kenosi d’amore. Ma basterà che volti le spalle a quel Sole e che rifiuti la kenosi perché rimanga solo con se stesso, nella coscienza della propria autoaffermazione luciferina. E’ questa la via di Satana che ha soffocato l’amore ed è caduto nella solitudine dell’Io, ed è in generale anche  la via aperta anche all’uomo proprio a causa dell’autoposizione del suo Io.


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