Commento esegetico
In principio Dio creò: Andrebbe tradotto in questo modo: In
principio del creare di Dio. La parola bereshit può essere resa bisavi reshit e cioè: il mondo fu creato
a beneficio delle cose che sono chiamate l'inizio a significare che Dio
portò il mondo in essere a beneficio di quelle cose che sono di tale basilare
importanza che la Torà le chiama reshit,
prime o iniziali. Tali cose sono la Torà ed Israele; per questo la ragione
della Creazione è che Israele accetti e metta in pratica la Torà (Rashì).
Il Midrash aggiunge altre cose chiamate reshit, come ad esempio i
comandamenti riguardanti il primogenito, le primizie dei campi ed i doni ai
sacerdoti che debbono essere prelevati dai raccolti e dagli impasti prima che
siano consumati. Questo implica che lo scopo della Creazione sia di consentire
agli ebrei di dedicare i loro primi sforzi e successi al servizio di Dio.
Dio: L'uso della parola
"Elohim" sta comunque ad indicare gli "dèi dei popoli
mesopotamici", di cui quello ebraico è parte integrante: un dio per
ciascun popolo. Vi è anche chi
sostiene che, pur essendo grammaticalmente plurale, Elohim, nella Genesi (5,22;
6, 9-11; 17,18), non è che un "plurale di eccellenza" o un
"plurale astratto", che esprime in sommo grado il concetto di
divinità e, insieme, l’infinita molteplicità degli attributi che essa assomma
in sé, contenendoli nella loro espressione assoluta, più elevata e pura.
Creò: Con il verbo creare che ha per soggetto Dio,
l’autore ha voluto esprimere che il primo interesse di Dio, creato il mondo, è formare
una nuova generazione, quella del popolo dei figli di Dio. Il verbo
“creare” (ebraico ברא, barà) non ha il
senso filosofico moderno di “trarre dal nulla”. Il verbo è riservato ad una
azione divina, impossibile per l’uomo, come la comparsa delle cose più
importanti quali i cieli e la terra.
Dunque
rappresenta uno stadio già avanzato della riflessione di Israele che arriva a
distinguere la creazione, opera esclusiva di Dio, da altri generi di opere
espressi di solito con il più generico ‘asah "fare". È
interessante notare che nel II Isaia è usato per parlare di creazione o di
salvezza (cfr. Is 40,26.28; 41,20; 42,5; 43,1.7.15 ecc.). Ciò induce a pensare
che la salvezza di Israele viene concepita come nuova creazione, sottrazione al
caos che opprime il popolo. Include inoltre il senso della novità: quando ci si
trova di fronte a qualcosa di nuovo, imprevisto, incredibile (cfr. Ger 31, 22;
Ez 34,10 ecc.).
Essere
creati non è avere avuto origine, ma dipendere totalmente. Un’altra
ambiguità legata al concetto di creazione deriva dal legame con l’origine. Si
pensa spesso che creare voglia dire dare origine alla
realtà e quindi che essere creati significhi avere avuto un inizio. In realtà
il senso proprio del termine è un altro. Creare significa costituire e
alimentare continuamente un essere nella sua esistenza e nella sua
azione. Essere creato conseguentemente significa dipendere totalmente
nel proprio essere e nel proprio operare.
i cieli e la terra: Con
questa espressione il redattore sacerdotale indica la volta celeste formata dalle acque (di sopra e le acque di sotto).
Ciò indica il mondo della vita creaturale uscita dalle mani di Dio. Di per sé
quindi è possibile pensare ad un universo da sempre esistente. Se Dio
infatti è eterno, nulla vieta che egli possa sempre creare. In senso
proprio la creazione non è l’origine delle cose, (che potrebbero anche essere
sempre esistite in una certa modalità) ma il loro divenire: l’attività
creatrice fonda e alimenta tutto il processo. Già san Tommaso affermava che di
per sé uno potrebbe sostenere, pur affermando la fede in Dio creatore, che le
creature sono da sempre. Infatti, se Dio è creatore da sempre, perché la
creazione non può essere da sempre?
Commento patristico
ORIGENE
Cos’è il principio di tutte le cose, se non il Signore nostro e salvatore di tutti, il Cristo Gesù primogenito di ogni creatura (Col1,15)? In questo “principio”, vale a dire nel suo Verbo, Dio fece il cielo e la terra, come dice anche Giovanni all’inizio del suo Vangelo: In principio era il Verbo, e…tutte le cose sono state fatte per mezzo di lui.
PROCOPIO
Principio potrebbe significare il tempo:
poiché da quel punto Dio cominciò a creare
BEDA
La
Scrittura mostra fin dalla prima pagina l’eternità e l’onnipotenza di Dio
creatore: il mondo creato al principio dei tempi indica che Dio esisteva
eternamente prima dei tempi.
BASILIO
In principio significa che prima di
quell’inizio temporale l’artefice di tutte le cose aveva compiuto delle
creazioni: nature razionali e invisibili, e ogni ordine delle creature
spirituali, che trascendono la nostra intelligenza.
RUPERTO
Nel
principio indica il Figlio per mezzo del quale Dio creò il cielo e la terra,
vale a dire la realtà visibile e invisibile. Con cielo s’indica la patria
invisibile dei santi angeli; con terra questo mondo soprattutto il genere
umano.
Commento spirituale
Nell’eternità Dio genera i cieli: gli angeli, primi
personificandi della manifestazione del Padre. Insieme ai cieli, Dio genera la
terra, manifestazione della sapienza del Figlio. Questi personificandi sono gli
uomini, generati ad immagine del Figlio Unigenito. Così Dio generò un universo
angelico e un universo umano chiamati alla santificazione e divinizzazione
nello Spirito Santo, costituendo un unico universo dei santi o divino, la
Gerusalemme celeste in cui ci saranno cieli nuovi e terra nuova (l’universo
voluto da Dio per l’eternità). Dio
manifesta se stesso come Padre e Madre (la mascolinità e la femminilità
spirituale). Il modello di ogni personificando è la verginità dell’Unigenito
Figlio di Dio, Sostanza pura del Padre. Il personificando scegliendo di aderire
a Dio come Padre, sceglie la verginità del Figlio e si riconosce figlia di Dio.
Il personificando accettando di essere figlia del Padre, ha la possibilità di
partecipare alle nozze con lo Sposo(Verbo di Dio), diventando Sposa e Madre di
un futuro personificando.
Riconoscere e accettare la
verginità del Figlio significa accogliere la volontà di Dio, assumendo la
femminilità spirituale e diventando Sposa di Dio e Madre di un futuro
personificando.
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