Il
mondo ha la sua origine nella Sofia/Logos in cui sussistono in armonia l’uno e
il molteplice, l’uno e il tutto. Ma allo stesso tempo il mondo è creato dal
“nulla”, da quel nulla assoluto che Dio ha chiamato all’essere. La Sofia
incontrando il nulla si modifica, si mescola a questo ouk on e da questa mescolanza nasce il divenire, il nulla relativo me on, la molteplicità creaturale, la
materia che contiene i semi della Sofia, ma anche questo abisso di oscuro male
che è il nulla.
La
Sofia ha un volto luminoso, poiché rappresenta la Madre-Terra che contiene la
potenzialità del tutto, la materia[1] prima
che produrrà nel tempo tutte le cose; ma presenta anche un volto tenebroso
poiché la forza irrazionale del nulla tende ad emergere dall’ordine sofianico. Ogni
essere materiale, ha in sé il principio d’individuazione nel senso negativo di
divisione. La Sofia incontrando lo spazio vuoto della materia è diventata caos[2] che
prorompe con la sua forza disgregatrice. La materia-madre con il suo grembo
materno è sia ricettacolo che tomba. Fecondata dal fiat creatore essa trae dal suo grembo tutto ciò che esiste. Il
nulla relativo me on,
(essere-non-essere), è un seme divino che deve manifestarsi, questo è lo
specifico della condizione creaturale, questo nulla separa la creatura dal
creatore dandole l’essere in sé e per sé, un essere autonomo in via di
sviluppo. Il nulla assoluto è il
vuoto, negazione totale dell’essere. Volere essere solo per se stessi
costituisce l’essere nulla. Il vero eroe del “sottosuolo” è Satana che si è
ritrovato nella prigione del proprio io, nel suo nulla egli ha potuto vedere il
tutto divino, ed è stato costretto a rinchiudersi negli inferi.
Il concetto di materia, nel suo significato etimologico di
madre coincide con la sostanza divina dalla quale Dio come una madre genera il
suo Figlio, che secondo Bulgakov è
quella Dei-maternità[3], in cui nasce il Dio-Uomo, compito e
scopo di tutto il creato. Per Solov’ev,
la Sofia è l’idea divina manifestata, la materia della divinità, ma anche il
principio dell’umanità, il Corpo del Figlio di Dio. Il Corpo è la prima
sostanza creata, il corpo spirituale, il corpo delle idee, la santa
sensitività. La bellezza, in quanto sensitività spirituale, è la rivelazione
dello Spirito Santo, che manifesta la realtà delle idee, dei logoi. La grazia dello Spirito Santo che
dà la vita svela questa santa sensitività, crea la carne santa, il molto buono
del mondo. La terra è corporeità spirituale in divenire, essa tende a quella
terra nuova che si manifesterà alla fine dei tempi. Tutta la terra è un corpo
in potenza che si riveste della gloria dei sei giorni. Il corpo è la
manifestazione dello spirito, mentre la carne terrena porta il peso della
materia o del nulla, della pesantezza. Il superamento del corpo sulla carne è una
lotta continua, già nella creazione lo possiamo notare ogni volta che la forma
dei fiori, degli alberi, dell’erba esce dalla scura zolla, tendendo a
costruirsi un corpo, a manifestare in esso la propria idea. La terra-madre
diventò materia quando la morte entrò come forza del non-essere. La terra non è
più capace di generare forme impeccabili, immortali, esse sono segnate dalla
pesantezza. La materia rende i nostri corpi carne, siamo rivestiti di “tuniche
di pelle”. Nella nuova terra libera dalla morte è noi saremo rivestiti dello
splendore della luce primordiale di cui era rivestito Adamo.
[1] L’etimo di materia si fa risalire al sanscrito matram che significa misura, che
proviene dalla radice ma, costruire,
formare, e dal latino mater
che significa madre.
[2] Il significato originario
di cháos, che deriva dal verbo chaino,
il quale rimanda a sua volta al verbo chaomai,
significa” stare con la bocca aperta” oppure, in senso traslato, “grido”.
[3] Cfr. S.
Bulgakov, Il Paraclito, EDB (Studi religiosi), Bologna 1987; tr.
it., a cura di F. Marchese, di Utesitel’,
YMCA Press, Paris 1936, p. 306.
Nessun commento:
Posta un commento