Il mondo creato non contiene nessun
male[1], poiché
la base del mondo creaturale è il nulla relativo, nella sua potenzialità di
essere. Il mondo prima della caduta era quella Terra metafisica su cui poteva
crescere l’Eden. La Terra era corporeità spirituale in divenire, era nello
stato iniziale di spiritualizzazione, di diventare terra buona che accoglie lo
Spirito del Dio Vivente. La sua chiamata era dal nulla all’essere vivente, ma
questa base oscura del mondo conteneva in sé la possibilità di attualizzarsi,
cioè la possibilità del male. Era sufficiente che il nulla uscisse dal suo
stato potenziale per essere forza che produce il caos. Da qui il carattere
attuale di questo mondo che giace nel male (1Gv 5,19). L’attualità del nulla è
stato provocato dalla libertà creaturale che pone nel mondo il principio di un
essere molteplice e caotico. Tutte gi esseri viventi sperimentano la tentazione
del suicidio metafisico, l’aspirazione ad uscire dal “cerchio infuocato
dell’essere”. Tuttavia, questa tentazione in nessuno e mai può giungere al
termine, poiché il fiat creatore che
riposa in ogni creatura non può essere distrutto. La creatura è incapace di
dire a se stessa: muori! poiché nel momento in cui si decide per il nulla, essa
si realizza come potenzialità di essere. La morte metafisica, il morire
infinito lo può volere solo Dio, ma non lo fa poiché Egli ha deciso di non
annullare niente di ciò che esiste. Noi abbiamo nell’eternità le radici del
nostro essere e non abbiamo la forza di strapparle. Colui che ha tentato di
farlo è rimasto prigioniero del proprio nulla, creando un opposizione alla vita
infinita, il fluire del non essere inondò tutto ciò che esiste, l’elemento
caotico del nulla circondò ogni creatura con il freddo glaciale della
solitudine, la tuttunità universale
divenne molteplicità individuale. Nasce il nostro piccolo io ritenendo che il
mondo sia il suo trono.
Questo peccato originario si è
prodotto nella creazione, in quella “terra” non ancora materia, che avrebbe
generato le idee-forme (i semi sofianici) di ogni essere vivente. Il mondo
angelico contiene in sé la totalità delle idee creatrici del mondo nel suo
aspetto personale. Negli angeli abbiamo il principio della creazione, gli
esecutori del Verbo creatore, il fondamento sofianico nel cielo del nostro essere
terra, il mondo terrestre è tracciato nei cieli prima della sua creazione. Non
c’è niente di esistente che non sia nel mondo angelico.
Gli angeli del Verbo, sono le idee e
le forme di ciò che esiste nell’universo. La potenza della realtà che dà
l’essere alle forme-idee, coloro che rivestendo di bellezza e splendore ogni
essere vivente sono chiamati angeli dello Spirito Santo. I primi manifestano la
verità, il logos di ciò che è creato (principio maschile) i secondi la loro
bellezza corporea (principio femminile).
Prima di cadere, Lucifero era il più
alto cherubino[2] (cfr. Is 14,12-15) assegnato
alla creazione terrestre, la sua libertà meonale
doveva raggiungere la libertà divina della kenosi,
del sacrificio d’amore. In questo cherubino ciò non è avvenuto, perché ha
preferito l’amore di sé a quello di Dio, ma questo amore egoista non è
possibile per l’essere angelico poiché l’amore per Dio e l’amore reciproco
degli angeli costituiscono il modo del loro essere. Quindi si è prodotto un
suicidio ontologico, rimanere nella condizione del non-essere che comunque
costituisce una possibilità della libertà creaturale. Questa libertà meonale è determinata dall’interno già
nell’atto stesso della creazione, essa viene data. Questo dato-di-fatto deve
essere assunto come un dono di Dio, ma può essere rapito, quale fosse sua
proprietà. Questo decadimento è un opposizione alla legge della propria vita
che è amore, ma poiché l’amore è libero, può spegnersi e concentrarsi solo su
di sé, vedere soltanto se stessi. Attribuire ciò che proprio a se stesso è una
rapina che si manifesta in un continuo tormento di invidia e di odio[3] verso la
propria sorgente.
La caduta di questo cherubino rimane
un fato isolato che non si estende al tutto il mondo angelico come invece
avviene per il primo Adamo che si estende a tutto il genere umano. Nel mondo degli angeli si verificò una divisione
tra gli angeli che seguirono l’esempio di Satana e gli altri angeli che si
stabilirono nel bene, indirizzati nel processo di divinizzazione. Dopo la
caduta, gli angeli ribelli non sono più in grado di vivere della natura divina
e unirsi al coro angelico. La loro
esistenza è simile ad una morte spirituale, nonostante la loro immortalità.
Tutte le loro capacità intellettive e volitive sono diventate prive di sostanza
divina. Questo vuoto è riempito dal parassitismo: il male si nutre del bene,
l’odio dell’amore per mezzo di un combattimento con essi. Satana, attraverso la
possessione, si forma un suo regno con le sue legioni, egli da angelo custode
del creato diventa principe di questo
mondo rubandolo all’uomo, regnando in modo parassitario fino a quando non
sarà gettato fuori (Gv 12,31). Invece del servizio angelico, che non modifica
la natura si ha l’aspirazione dei diavoli a condividere la vita carnale,
facendosi portatori spirituali di concupiscenze (cfr. Gn 6,2)
Questo rinchiudersi nel proprio egoismo
ha generato una caduta[4]
dall’alto verso il basso, nella stessa creazione. Il principio celeste dei semi
sofianici di questi angeli non si
sono sviluppati in un corpo spirituale, ma sono caduti nella materia caotica,
la forza centrifuga di questi spiriti ha prodotto una vasta espansione verso lo
spazio (universo attuale). La manifestazione corporea dello Spirito di Dio è
ostacolato dal freddo individualismo di questi esseri che non si lasciano
bruciare dall’amore divino. La materia-madre a causa della morte spirituale,
non genera più il corpo spirituale, ma manifesta la pesantezza della carne. Infatti
la materia nello stato attuale non è
altro che un agglomerato chiuso in se stesso che grazie allo Spirito di Dio si
organizza e si apre al processo di vita infinita, attraverso un procedimento di
purificazione dall’egoismo al bene. La terra divenuta materia nel suo circolo
chiuso di vita e di morte, non perde la sua pienezza sofianica, ma questa è segnata dalla presenza del nulla, dalla
pesantezza, dall’inerzia e dall’impenetrabilità. La materia non è la sostanza
del corpo, ma solo una sua qualità, una forza che rende i corpi carne, che
riveste di tuniche di pelle la
bellezza spirituale. La materialità paralizza la forza della vita, tutto ciò
che vive ritorna alla terra, si arresta come un seme aspettando la sua
resurrezione, la morte delle creature costituisce il loro ritorno alla terra,
ma senza annientarsi, poiché tutta la creazione attende la sua redenzione (Rm
8,19-21), attraverso il Figlio dell’Uomo che per primo ha mantenuto desta la
vita nel grembo della terra, per generare il frutto della resurrezione nel
passaggio alla vita eterna.
[1] L’opinione
dominante degli scrittori ecclesiastici della Chiesa orientale e occidentale
sulla naturale del male si riduce al fatto che esso viene considerato come un non-ente, esso è la negazione o il venir
meno del bene. Nella materia il male esiste solo per l’insufficienza del bene.
Anche i demoni non sono malvagi, poiché non possono annientare l’essere e la
loro cattiveria consiste nel non partecipare ai doni divini. Il male non può
mai essere permanente proprio per il suo carattere potenziale di negazione o privazione del
bene, cioè dell’essere. Il male esiste solo in funzione del bene, quindi con
l’annientamento del bene-essere sarebbe annientato anche il male stesso.
[2] I cherubini risiedono oltre il trono di Dio; sono i guardiani della
luce e delle stelle. Si crede che, anche se sono stati rimossi dal piano reale
e materiale degli uomini, la luce divina che essi filtrano giù dal cielo possa
ancora toccare le vite umane.Hanno quattro ali e quattro facce, ovvero una
umana, una di bue, una di leone ed infine una di aquila. I Cherubini sono
considerati angeli dediti alla protezione. Essi stanno a guardia dell'Eden e del trono di Dio. Il loro grado tra gli angeli non è
certo, ma vengono comunque posti nella prima sfera. I cherubini hanno una
perfetta conoscenza di Dio, superata soltanto dall'amore di Dio dei serafini.
[3] L’odio è
l’energia negativa dell’amore, la cattiveria satanica è il volto tenebroso
dell’amore inestinguibile.
[4] Secondo
Origene, la creazione del mondo coincide con la sua caduta in greco katabolè, che significa gettare giù dall’alto. Il primo essere spirituale ad essere racchiuso nella
materia fu il diavolo.
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